tecnologia e arte fuori dal tempo
Il Tempo lo si può misurare soltanto in maniera indiretta, e il susseguirsi di una sequenza di movimenti, spostamenti,
modifiche, su corpi, oggetti, paesaggi, lascia la sensazione dello scorrere di questa forza invisibile.
Tutto nella nostra vita cambia il paradigma della percezione e della fruizione di ciò che definiamo spazio-tempo del nostro quotidiano. L’idea è quella di declinare una lampada «fuori dal tempo» per illuminare e rigenerare contesti periferici delle nuove metropoli. Femina presenta un’originale inaspettata libertà sul «tempo» che le permette di accendersi in maniera imprevedibile, a prescindere dalle opzioni impostate. Dunque, la luce è il pretesto per l’inseguimento di una dimensione concettuale spiazzante dello spazio urbano dove è collocata, gestendone compositivamente l’apparente arbitrarietà.
Il processo di studio, elaborazione e realizzazione di Femina ha l’obiettivo di tentare di farci riflettere sulle nuove frontiere della Decorazione. Un’idea di decorazione che progetti – soprattutto attraverso il supporto della tecnologia e ancor più dell’arte – un’esperienza trasformativa etica, cioè che ci prepari a vivere un vero e proprio movimento relazionale con i contesti urbani.
IL MATERIALE
E’ l’eternità la principale caratteristica del particolare materiale utilizzato per Femina, che adora lo scorrere del tempo. Non teme intemperie e, anzi, il passare dei giorni la fortifica e la rende anno dopo anno più ricca di storia e di fascino. L’estro creativo di Femina si combina quindi alla forza invisibile del tempo rendendola un pezzo eterno e irripetibile. Femina una luce unica ed eterna … grazie al Corten. Il Corten ha una forte identità che combina decorazione e funzionalità al fascino di un materiale innovativo in continuo divenire, la forte suggestione materica-tattile del materiale viene arricchita dalle cromie e infinite sfumature dai toni caldi che paiono conservare traccia indelebile delle lavorazioni artigiane dei maestri fabbri.
SKETCHING IDEA
L’INSTALLAZIONE
- La Garbatella si contraddistingue, rispetto a tutti gli altri quartieri di Roma, soprattutto per la sua origine, per le molteplici cause, politiche, storiche, sociali, oltre che per le diverse scelte urbanistiche, che hanno caratterizzato i suoi primi dieci anni di vita
- La nascita della Garbatella rappresentava un esperimento originale che interessò anche altre aree della città come il rione San Saba e la “Città Giardino Aniene” di Monte Sacro
- Il modello anglosassone della Garden City, con le sue case monofamiliari, che rispettavano le esigenze di igiene e di spazio, avrebbe dovuto restituire dignità alla vita delle famiglie operaie destinate a popolare il nuovo quartiere, situato a ridosso dell’area industriale dell’Ostiense
- Una scelta urbanistica, inoltre, che avrebbe potuto consentire una sorta di riappacificazione tra lo Stato e la classe operaia (da qui l’origine del primo nome della borgata: Concordia), dopo i tumulti di piazza di quegli anni, diretta conseguenza della grave crisi economica seguita alla fine del primo conflitto mondiale
- Dal punto di vista architettonico e urbanistico, il risultato finale ottenuto alla Garbatella è diventato un vero e proprio “caso di studio” che per l’appunto ispira architetti e urbanisti di tutto il mondo: sposandosi l’anima popolare, rurale e operaia alla ricerca architettonica
- Ancora oggi la Garbatella ha comunque sempre mantenuto caratteristiche proprie, indipendenti dalle influenze degli altri quartieri di Roma e continua ad essere il luogo ideale per installazioni artistiche strettamente relazionate con il tessuto sociale del luogo
- Femina, più propriamente riguardo questo progetto, sarebbe collocata nell’attuale piazza Benedetto Brin, dove nel 1920 venne posata la prima pietra dal re Vittorio Emanuele III